IL CORPO E L'IDEA la Testa anatomica di Filippo Balbi

Dal 5 agosto al 29 ottobre 2023, alla Certosa di Trisulti,

la mostra IL CORPO E L'IDEA la Testa anatomica di Filippo Balbi.

 

 

IL CORPO E L’IDEA è il titolo della mostra dedicata alla Testa anatomica di Filippo Balbi. Due parole chiave in grado di riassumere compiutamente un’opera pittorica che, oltre a rivelare il fascino assoluto della figura umana, sorprende per l’originalità del processo di elaborazione creativa utilizzato dall’artista.

 

Si tratta di un’immagine interamente costituita da figure di corpi umani che nel loro insieme rendono l’effetto di una testa decorticata (vedere a fianco la foto dell'ottocentesco dipinto su tavola) dall'aspetto non dissimile da un compendio anatomico, tradizionalmente utilizzato dagli artisti per evidenziare, a scopo accademico, la struttura muscolare della testa umana. Eppure il valore iconico di questa rappresentazione fantastica risiede in un’insolita unitas multiplex: una vera e propria sintesi di forme e di significati diversi cui hanno concorso, non solo le facoltà visionarie dell’autore e il virtuosismo tecnico impiegato, ma anche l’esattezza della conoscenza anatomica e delle proporzioni matematiche, evocate nel loro inestricabile rapporto con il mondo del simbolo, della letteratura e dell’arte.

A confermarlo è una laconica espressione dello stesso Balbi, secondo cui i muscoli descritti nel dipinto sarebbero «formati da tante figure ed azioni anatomiche, le quali sono veramente tante scene Dantesche».

Di fronte alle sottili convergenze tematiche e alle evidenti analogie formali, riscontrabili tra il poema dantesco e il dipinto, non è affatto peregrino reputare quest’ultimo come un’originale trasposizione, altrettanto visionaria e drammatica, della condizione umana descritta dal poeta nell’Inferno, e che il pittore non esitò a percepire già nell’inquietudine della propria esperienza terrena.

Nel suo complesso significato, infatti, la Testa anatomica si configura come il luogo indistinto delle certezze e delle contraddizioni umane, basato su un implicito rapporto tra ordine e caos che diviene manifesto, se non proprio emblematico, nella nitida contrapposizione tra l’esattezza apollinea delle proporzioni anatomiche e la tensione istintiva e dionisiaca delle figure da essa soggiogate.

È in sintesi il simulacro dell’eterna opposizione tra ragione e istinto o, per meglio dire, tra l’inevitabilità della regola e l’imponderabile necessità di trasgredirla: due antinomie dell’esistenza e dell’arte che Filippo Balbi ha saputo riassumere e conciliare.     

 

 L'opera 

Dipinta a Roma nel 1854, fu premiata l’anno successivo all’Esposizione Universale di Parigi, dove venne esposta per la prima volta all’interno del Palais des Beaux-Arts nel padiglione riservato allo Stato Pontificio. Rimasta di proprietà dell’artista fino alla sua morte, approdò sul mercato antiquario quasi certamente nel dicembre del 1891, quando fu acquistata dal cantante lirico Evan Gorga, entrando a far parte della sua ricca e variegata collezione. Acquisita nel 1929 dallo Stato italiano, venne ceduta nel 1948 all’Università La Sapienza di Roma e conservata, a partire dal 1954, nella nuova sede del Museo di Storia della Medicina.

 

L’autore (a fianco in una foto del 1870 vicino alla Testa anatomica)  

Filippo Balbi nacque a Napoli il 12 dicembre 1806. Dotato di un insolito talento per la pratica del disegno e di una naturale attitudine per l’osservazione della realtà, si formò presso il Real Istituto di Belle Arti di Napoli sotto la guida del pittore Costanzo Angelini con il quale condivise l’orientamento stilistico ispirato da un eclettico storicismo. Dopo la nomina, nel 1840, a professore onorario dell’Istituto partenopeo, si trasferì a Roma, divenendo uno degli interpreti del programma di riqualificazione artistica operato da Pio IX in molte chiese romane. La notorietà raggiunta gli procurò importanti commesse e svariati titoli onorifici, tra i quali quello di Accademico d’onore presso l’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze nel 1853 e di Membro di merito dell’Insigne Pontificia Congregazione dei Virtuosi del Pantheon nel 1856. Oltre a Roma, fu attivo nella Certosa di Trisulti dal 1859 al 1863 e infine ad Alatri dove morì il 27 settembre 1890.

 

 

La mostra

La mostra intende far conoscere a un pubblico vasto e differenziato un documento pittorico di assoluta originalità, frutto della sensibilità eclettica del suo autore, sostenuto da una rigorosa formazione accademica, sebbene vissuta all’insegna della trasgressione e dell’intemperanza.

Attraverso una scrupolosa ricerca delle fonti, corroborata dalle indagini diagnostiche e dai risultati ottenuti dal restauro (appositamente predisposto in vista dell’esposizione) la mostra ricostruisce la storia, la tecnica esecutiva, le tangenze scientifiche e il significato del dipinto, facendo riscoprire per la prima volta non solo la bellezza originaria della raffigurazione, ma anche la grande perfezione dei particolari e dei dettagli più nascosti, fino ad oggi non completamente apprezzabili.

Grazie alla particolarità del dipinto, unico nel suo genere, la mostra intende infine sottolineare come l’arte e la scienza possano coesistere e integrarsi nel comune ambito dell’esperienza umana, per riaffermare come la conoscenza non si fondi sulle separazioni disciplinari, ma si muova nella dimensione della ricerca che è il luogo privilegiato dove si sono spesso incontrati il rigore scientifico e la creatività artistica.

A cura di Mario Ritarossi, la mostra è promossa dalla Gottifredo APS, in collaborazione con il Museo di Storia della Medicina dell’Università La Sapienza di Roma e con la Direzione Regionale dei Musei del Lazio, ed è patrocinata dal Ministero della Cultura.

 

Il Catalogo (a fianco la copertina)

Ad affiancare l’esposizione, un ricco catalogo a stampa, pubblicato dalla Gottifredo Edizioni, documenta con rigore scientifico gli studi aggiornati sull’opera e sul suo autore, insieme ai dati più significativi scaturiti dal recente restauro. Corredato di un ampio apparato illustrativo e di schede critiche, è stato pensato come strumento di approfondimento alla mostra, appositamente predisposto non solo per esperti e studiosi, ma anche per quei lettori non specializzati che intenderanno cedere alla fascinazione di una delle invenzioni iconografiche più originali del XIX secolo.

Il catalogo può essere richiesto direttamente all'Associazione Gottifredo (costo  € 35, poche copie rimaste) telefonando al numero 0775.440105. Eventualmente si può scrivere a questo sito web, che provvederà ad inviarlo a mezzo piego di libri raccomandato (spese postali gratuite).

 

La presentazione della mostra tenutasi  il 5 di agosto.
La sala gremita di pubblico durante la presentazione della mostra.
L’intervento di Tarcisio Tarquini Presidente della Gottifredo APS promotrice della mostra.
Lo storico dell’arte Mauro Bussagli con il curatore della mostra Mario Ritarossi .
Il curatore della mostra Mario Ritarossi con il Prefetto di Frosinone Dott. Ernesto Liguori e il Sindaco di Alatri Dott. Maurizio Cianfrocca .
I pannelli illustrativi dell’allestimento della mostra Il Corpo e l’Idea.
La storica Certosa di Trisulti, sede della mostra.